La Farmacia
La
Farmacia degli Incurabili
è il luogo dove l’ Arte incontra la Scienza. Qui lo stile Barocco rococò, disegnato da Domenico Antonio Vaccaro, si sposa con l’ illuminismo dei maestri di Anatomia e Botanica (Domenico Cotugno, Domenico Cirillo) nell’ Ospedale più importante del Regno dei Borbone.
I preparati alchemici dell’ antica tradizione aprono il passaggio alla chimica farmaceutica nel luogo dove sapienti artigiani del legno, delle dorature e delle ceramiche approntarono sale ove risuonarono le voci di ricercatori che scrissero la storia del pensiero europeo.
Chiusa in seguito al terremoto del 1980, la
Farmacia degli Incurabili
fu oggetto di un intervento di restauro conservativo che ne ha mantenuto la struttura originaria divisa in sala di rappresentanza e laboratorio. Sulla scaffalatura si conservano preziosissimi vasi in maiolica realizzati da Donato Massa, lo stesso artista che decorò il chiostro di Santa Chiara, albarelli e idrie,
recipienti per contenere spezie, prodotti erboristici e polveri.
In particolare, gli alberelli, le idrie e le riggiole dei fratelli Massa rappresentano un unicum straordinario per l’ eleganza dei colori, la raffinatezza del programma iconografico teso alla funzione
esoterico-massonica
della
Sala Grande
, ove fa bella mostra di sé la matrice uterina operata. Si tratta dell’ allegoria del taglio cesareo salvifico che sottolinea il pregnante ruolo femminile nella storia partenopea.
Incurabili|La Storia
La storia del Complesso degli Incurabili comincia nel 1521 quando Maria Lorenza Longo fondo l’ Ospedale degli Incurabili sull’ altura di S. Agnello; l’ ospedale nacque dalla volontà della futura beata (beatificazione avvenuta il 9 ottobre 2023 a Napoli) di tener fede ad un voto fatto durante un pellegrinaggio a Loreto, dove guarì miracolosamente dalla malattia invalidante che la tormentava ormai da anni. La fondatrice si ispirò all’ Ospedale di San Giacomo degli Incurabili di Roma ed ebbe come obiettivo principale quello di offrire assistenza e conforto a tutti i malati, ed in particolare a coloro che a quel tempo erano ritenuti “incurabili” perché avevano contratto la sifilide. Questa grave e sconosciuta malattia comparve a Napoli nel 1495, durante l’ assedio della città partenopea da parte del re francese Carlo VIII e del suo esercito , colpevole della diffusione della malattia, che progredì rapidamente e violentemente. La struttura destinata a diventare la più grande ed importante di tutto il meridione, tra le migliori in Europa, non dipendeva dalla Curia di Napoli, ma dalla Santa Sede per mezzo della Confraternita di Santa Maria del Popolo. Maria Longo, nominata Rettore della struttura, non solo gestiva gli accessi, ma tutta l’organizzazione dell’ospedale, infatti data la sua inesauribile carità, realizzò un convento per le “Convertite”, ex prostitute che curavano le donne inferme. Nel 1533 fondò anche l’Ordinedelle Francescane di Terz’Ordine , anche note con il nome di “Trentatré” , poiché questo era il numero di religiose ospitate nel convento di S. Maria di Gerusalemme. Tra questo convento e il convento delle Convertite, adiacente all’ Ospedale, vi era il monastero delle Riformate, oggi distrutto e trasformato in parcheggio.